Sindaco di Signa Giampiero Fossi
Sindaco di Signa Giampiero Fossi

«Nel promuovere le bellezze della Toscana si può fare a meno del Duomo di Firenze. E pure della Torre pendente di Pisa». 

Non è una boutade o, peggio, l’ennesimo annuncio di una guerra di campanile ma la sintesi, molto stringata, di un ragionamento più ampio che in questi giorni abbiamo sviluppato insieme al sindaco di Signa Giampiero Fossi. 

E non è nemmeno una riflessione estemporanea, dettata dalla contingenza. Il primo cittadino della città della Paglia lavora, oramai da moltissimi anni, per fare rete, costruire relazioni, sviluppare progetti comuni, per rendere Signa e gli altri Comuni dell’area metropolitana, davvero degni della Grande Firenze.

Ne è la riprova il percorso avviato da Fossi già nel 2013 con l’intento di mettere in rete tutti i musei presenti nella Piana. «Noi siamo al lavoro per dare alla nostra città ciò che si merita – ha messo le mani avanti il sindaco – Signa è da sempre pienamente nella Grande Firenze dove si trovava, in antichità, il principale porto fluviale di Firenze.

Certo – ha ammesso – siamo coscienti delle debolezze che abbiamo, siamo un Comune di poco meno di 20mila abitanti ma le potenzialità sono molte e vanno valorizzate al meglio». Dopo la tappa signese dell’avvio dell’Ambitour, il percorso turistico dedicato agli amministratori e al personale degli Ambiti organizzato da Anci Toscana e Toscana Promozione che ha preso avvio, nel gennaio scorso, proprio da Villa Alberti, recentemente acquistata dal Comune di Signa, Fossi sta partecipando ai tanti incontri, con i responsabili degli altri ambiti toscani, da Arezzo, al Mugello, fino alla Versilia, scoprendo, anzi riscoprendo, un territorio che, oltre al celeberrimo capoluogo, è ricco di bellezze culturali.

«Il nostro Comune – ha spiegato– condivide col Comune di Firenze un’idea chiara: quella di aprire invece di chiudere. Vogliamo dire no alla “Firenze  Disneyland”, dove tutto è riservato per pochi, ad ingresso limitato, ed allargare lo spazio turistico, includendo tutto il contado fiorentino, andando ben oltre al quadrato d’oro fiorentino.

In questo senso – ha ribattuto – la creazione degli ambiti turistici ha avuto il grande pregio di mettere tutti i Comuni della provincia al pari del capoluogo, donando “luce”, grazie alla generosità di Firenze, anche a tutti gli altri Comuni della Piana, ovviamente Signa in testa, che sull’arte e la cultura ha sempre investito».Una visione che si è poi tradotta nel nuovo materiale informativo: «Signa – ha reso noto il sindaco – ha avuto nel materiale promozionale dell’ambito, stessa dignità di via dell’Orologio o di via Calzaiuoli,  perchè ogni zona della Grande Firenze ha i suoi elementi di forza e le sue peculiarità». Una strategia che ora dovrà essere allargata puntando, più in generale, al brand della Toscana.

«Quando si parla della nostra Regione  - ha spiegato Fossi - si parla di un mondo incredibilmente bello, dove non c’è bisogno di un elemento trainante, nella visione diffusa si trova tutto quello che può essere ricercato, dall’arte al paesaggio. Un mondo fatto di realtà diverse ma pronte e capaci ad integrarsi, da Firenze, alla montagna pistoiese, passando dalla Piana Fiorentina senza tralasciare la costa». Insomma, secondo il sindaco, le città sono belle quando sono vere ed aperte.


Per poi aggiungere: «quando si presenta al mondo la Toscana non abbiamo bisogno di ricorrere ad immagini oramai scolpite nel cuore universale, come il Duomo di Firenze o la Torre di Pisa.  Merita, piuttosto, parlare del bello diffuso. La Toscana,  senza la cupola di Brunelleschi, può sembrare monca, ma basta sposarsi un attimo e si trovano, dovunque nella nostra Regione, tante altre cose straordinarie che meritano attenzione e che possono suscitare interesse per chi viene a visitarci». Fossi ci ha tenuto ad escludere, tuttavia, campanilismi o visioni contro Firenze, troppo spesso considerata matrigna. «Sono nato nel castello di Signa osservando bene il Duomo dalla finestra di casa mia – ha ammesso - ed ho sempre considerato i fuochi di San Giovanni come i fuochi di Signa per come riuscivo nitidamente a vederli. Il ragionamento è semplice: il Duomo è già conosciuto da tutti e non serve continuare a promuoverlo. Adesso serve spostare l’attenzione altrove.

Se vogliamo valorizzare la nostra Regione – ha sostenuto ancora – occorre pensare ai cipressini del parco della Val D’Orcia ed anche al nostro Padule signese». Da qui l’urgenza di costruire ed elaborare servizi turistici. «Noi che abbiamo la fortuna di essere attaccati ad uno dei poli attrattivi più importanti, come la città del Giglio – ha proseguito - dobbiamo esserne degni, sviluppando una visione policentrica di città stellare, come sosteneva Giorgio La Pira.

Tutto ciò, non solo per i turisti, ma anche per chi ci abita e per i toscani stessi che devono, sempre di più, scoprire ciò che di bello c’è nella nostra Regione. Oggi i nostri alberghi sono pieni, hanno già superato i livelli del 2019, quelli precedenti alla pandemia,  e non si trova una camera disponibile, il nostro ufficio turistico, affidato alla Pro Loco, lavora a pieno ritmo e noi stiamo operando per aprire il nuovo museo della Paglia il 10 giugno prossimo».

Per poi ammonire: «Non dobbiamo diventare una città di albergatori e camerieri. Non dobbiamo pensare solo ad offrire servizi, trasformandoci in una sorta di outlet dove magari le camere degli alberghi costano meno, ciò che conta è difendere la nostra identità e la nostra tradizione, dalla festa della Beata, alla festa medievale che il prossimo settembre tornerà nel suo splendore.

Dobbiamo creare città e realtà vere, valorizzando le nostre pievi ed i nostri segni del sacro, i nostri musei, le nostre tradizioni ed i nostri parchi, come quello dei Renai che io non ho mai voluto mettere con l’ingresso a pagamento. Occorre essere belli, organizzati e forti».

Per poi concludere: «Se pensiamo alla Toscana pensiamo subito ad una donna con un cappello di paglia.

Ecco, quei cappelli sono nati qui. Sono nati a Signa. Siamo noi ad aver messo la paglia “in testa” alla Toscana». La sfida è lanciata: fare rete e scoprire buone pratiche per sviluppare un turismo che non si fermi più alla Firenze “piccina” ma sappia allargarsi, sempre di più, verso la grande bellezza del suo contado. 

Incontro sugli ambiti turistici durante la manifestazione Turisma
Incontro sugli ambiti turistici durante la manifestazione Turisma

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