E’ lei la donna del momento. Su questo non c’è dubbio. Le prime pagine dei quotidiani e le copertine dei settimanali lo confermano.
Eclettica, brava e professionale, qualità che ha espresso al meglio sul palco del teatro Ariston di Sanremo accanto ad Amadeus e a Gianni Morandi conquistando tutta la penisola.
Chiara Francini, 42 anni, campigiana, attrice, conduttrice e scrittrice di successo è riuscita a raccontare la realizzazione del suo sogno partendo dalla realtà in cui è cresciuta. Una ragazza di provincia, legata alle sue radici e alla sua storia che parla di lei ma anche di tantissime altre persone che si possono ritrovare in quella quotidianità che ha caratterizzato l’infanzia della Francini. Tanto da aver annunciato che il prossimo romanzo sarà ambientato proprio a Campi. Al Festival non ha fatto altro che mandare in scena Chiara con la sua ironia, le sue contraddizioni, le sue paure, i suoi desideri, le sue aspettative.
Ha trasmesso il suo mondo attraverso il linguaggio della semplicità e della sincerità. Ed è stato capito. Il suo monologo sulle donne è stato interpretato in tanti modi diversi e questo significa che ogni donna si è presa quello che voleva prendersi ma soprattutto quello di cui aveva bisogno in quel momento della sua vita. Dopo il Festival Chiara ha pubblicato il suo quinto libro per la casa editrice Rizzoli: “Forte e Chiara. Un’autobiografia ”.
Una successo. In poche settimane dall’uscita è andato esaurito. Chiara raccontando la sua storia è riuscita a mantenere una connessione con chi la segue da sempre ma anche con chi non la seguiva prima. Lei stessa ha scritto: «Vi dono quella che sono stata e quella che sono, in modo rivoluzionario, forse. Dicendo la verità. Da sempre fuori. Fuori luogo, fuori dai denti e fuori misura. E sarà davvero l’ora della merenda se qualcuno si ritroverà in questa provinciale, in questa paesana. Se qualcuno giocherà ad amicizia con me» .
Perché ha sentito l’esigenza di raccontare la sua vita?
«Ho sentito l’esigenza di raccontare la mi a vita dopo il monologo di Sanr emo perché ho visto che c’era stata una grande condivisione sulle considerazioni personali che avevo fatto quindi per me la cosa più importante è il dialogo e ho pensato che raccontare con la stessa verità quella che era stata la mia vita non professionale ma umana potesse aiutare, potesse smuovere parimenti» .
Chiara tutto è nato dalla Provincia. Cosa deve a Campi Bisenzio?
«Devo tutto alla mia città perché sono quella che sono grazie a tutto quello che ho mangiato in passato. H o giocato alle case Fanfani, sono andata a scuola in via Prunaia poi alla Matteucci , ho frequentato la chiesa di Santa Maria e poi il barrino, ho preso il 30 quindi tutto quello che sono lo devo alla provincia perché puoi togliere Chiara Francini da Campi Bisenzio ma non potrai mai togliere Campi Bisenzio da Chiara Francini » .
Genitori, nonni, amicizie e luoghi fanno parte della sua storia, come racconta nel libro, deve anche a tutto questo part del suo successo?
«Sono quella che sono perché sono cresc iuta con mia nonna l’ ” Orlanda Fu riosa ” , perché sono figlia unica e ho avuto un’infanzia bella in cui sono stata amatissima ma c’era anche il mutuo da pagare e la bellezza dell’estate non era certo perché si andava in vacanza ma era perché potevo stare di più con i miei genitori, andare a trovare i miei nonni romani che abitavano a Vitinia . Assolutamente credo che si sia quello che si è mangiato da piccini. Io ho mangiato pane e Campi» .
Perché si definisce un chiasmo?
«Mi definisco un chiasmo perché sono una straordinaria accozzaglia di contrari e contrarietà e contradditori» .
Ha scritto nel libro di Sinistri , Mancini e Poveri paghi categorie che ha trovato anche a Campi?
«A Campi non ho trovato categorie di Sinistri . H o conosciuto poveri o poveri paghi… ».
Si aspettava tutta questa risonanza su queste definizioni?
«Sinceramente no, non mi sarei mai a spettata tutta questa popolarità. Ogni volta che apro bocca do il via a un dibattito nazionale» .
Molti apprezzano la sua capacità di parlare di argomenti seri con ironia. Cosa ne pensa?
«Ne sono felice perché credo che l’ironia sia veramente la chiave di volta per essere felici e per abbracciarla questa realtà in tutta la sua verità, la vita è caratterizzata da squarci da bozze bisogna amarla a nche in virtù di questa sua straordinaria imperfezione e l’ironia è una lente perfett a per vederla bella e perfetta».
La trova cambiata Campi e cosa le manca?
«Si penso che sia cambiata da quando ero proprio piccola . Mi manca quella situazione di paese, i punti di ritrovo , quel senso di paese inteso come caratterizzato da posti di aggregazione anche se fosse una via , il mercato, qualcosa che contraddistingua in maniera chiara la vita di paese. Mi manca molto Rodolfo che ha chiuso. Un disastro».
Quanto è importante per lei la verità e l’essere sincera?
«La verità deve essere sempre il punto di partenza e poi dire la verità è molto più comodo».