Una ravioleria a Firenze dove poter degustare uno dei piatti tipici della Cina. E’ questa l’impresa realizzata da Massimiliano Martigli Jiang, 34 anni, e Fangfei Wang, 32 anni, entrambi residenti a Signa, che hanno aperto, nelle scorse settimane a Firenze, in via Tagliaferri nel quartiere di Novoli, “Jiawei” un locale unico nel suo genere dove i ravioli vengono preparati a mano ogni giorno proprio davanti ai commensali che possono verificare l’assoluta qualità degli ingredienti e l’amore che viene messo per dar vita ad uno dei piatti tipici dal sapore d’Oriente.

Un vero e proprio sogno nato dall’intuizione di Massimiliano, un volto conosciuto in tutta l’area della Piana Fiorentina (e non solo) cresciuto a San Donnino a Campi Bisenzio, prima di trasferirsi a Signa, e che nel 2015 ha partecipato, su Real Time, all’avventura televisiva “Italiani made in China”. E poi, poco prima dell’insorgere del lockdown, è stato protagonista del cliccatissimo video, “Io non sono un virus”, che in poco tempo ha fatto il giro del mondo, riuscendo a far commuovere e riflettere i fiorentini per dire no alle discriminazioni per la paura del contagio.

Nel 2013 ad arrivare in Italia è stata anche Fangfei che si è trasferita a Firenze per studiare al Polimoda.

«E’ vero – ha detto al Giornale – sono cresciuta in una famiglia che da sempre produce scarpe per marchi di lusso e per questo sono sempre stata attratta dalla moda. Dopo la laurea, però, mi sono resa conto che preferivo dedicarmi all’interior design e così ho avviato la mia strada e ho scelto di aprire un’azienda in Cina che si occupa di arredamento, spostandomi, tra l’Italia e la Cina, dalle tre alle quattro volte all’anno.

Poi – ha aggiunto – quando stavo per tornare a vivere in Cina è nata la storia d’amore con Massimiliano e dopo qualche tempo abbiamo iniziato a valutare di aprire insieme un’attività scegliendo di avviare una ravioleria come Massimiliano sognava da tempo. Lui viene dalla zona del Wenzhou, nella Cina del sud, mentre io provengo dalla Regione Dongbei, dove per tradizione si cucinano i ravioli che sono considerati un piatto principale, con la loro sfoglia più spessa e la chiusura a cresta di gallo».

Volendo compiere ogni sforzo per realizzare il proprio sogno, pur senza lasciare il lavoro di perito chimico, Massimiliano insieme a Fangfei si è così attivato nella ricerca del locale e solo nelle scorse settimane è stato aperto al pubblico il ristorante.

«Siamo davvero felici – hanno commentato all’unisono– negli scorsi anni preparavamo i ravioli a casa nostra e tanti amici ci incitavano ad aprire un locale vista la loro particolare bontà. Così abbiamo deciso di compiere il grande salto e la risposta da parte delle persone è stata davvero positiva tanto che, negli scorsi giorni, abbiamo dovuto acquistare qualche tavolo in più per consentire a tutti coloro che avevano prenotato di poter degustare ogni nostra prelibatezza».

Chiunque vada al ristornate può vedere dal vivo ogni passaggio per la preparazione dei ravioli, con la piegatura fatta a mano e l’utilizzo di ingredienti d’eccellenza come la farina del mulino Parri di Siena.

«Qui da noi – hanno continuato – prepariamo sei diverse tipologie di ravioli, cotti alla piastra o al vapore, usiamo la carne di una storica macelleria di San Piero a Ponti mentre i più richiesti sono forse quelli con gamberi, erba cipollina e uovo».

Un locale dal gusto elegante, con prezzi contenuti, un arredamento moderno e prodotti di assoluta qualità, capace di contagiare una clientela di ogni età, dove potersi recare per respirare il sapore di casa.

«Sì – hanno chiosato i giovani titolari – al nostro ristorante abbiamo dato il nome “Jiawei” che vuol dire esattamente sapore di casa. Un nome composto da due ideogrammi nel quale abbiamo inserito le nostre iniziali con il desiderio di far assaporare, a tutti i nostri clienti, il sapore della tradizione cinese, ma anche sentirsi accolti, come a casa, con lo stesso calore e gli stessi sorrisi». 

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